domenica 24 febbraio 2013

Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».


 
II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)



PRIMA LETTURA (Gen 15,5-12.17-18)
Dio stipula l’alleanza con Abram fedele.


Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate
».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 26)
Rit: Il Signore è mia luce e mia salvezza.


Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.

Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

SECONDA LETTURA (Fil 3,17- 4,1)
Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Parola di Dio.

Canto al Vangelo (Mc 9,7)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Lc 9,28-36)
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
PREGHIERA DEI FEDELI
C – Fratelli e sorelle carissimi, invochiamo Dio nostro Padre, che ci ha rivelato nel Figlio il servo fedele in cui ha posto la sua compiacenza.
L - Preghiamo con fede dicendo:
Fa’ splendere su di noi la gloria del tuo volto, Signore!
  1. Padre misericordioso, che in Cristo tuo Figlio ci hai detto e dato tutto, fa’ che la tua Chiesa cammini nella verità e nell’amore, per essere luce di salvezza al mondo intero. Preghiamo.
  2. Dio giusto e santo, che hai chiamato l’umanità all’ascolto della tua parola vivente, fa’ che mediante la sapienza dello Spirito diventiamo veri discepoli del tuo Figlio. Preghiamo.
  3. Dio paziente e ricco di grazia, che mai ti stanchi di cercare gli uomini dispersi nel peccato, rendici docili ad ogni segno della tua paternità, per essere trasfigurati a immagine del tuo Figlio. Preghiamo.
  4. Dio di consolazione, che sulla croce hai glorificato il tuo Figlio, fa’ che ogni cristiano in questo santo tempo di Quaresima impari a saper rendere conto della beata speranza che porta nel cuore. Preghiamo.
  5. Dio della gloria, che chiami ogni uomo a vivere alla tua presenza, donaci lo spirito di contemplazione, per gustare fin d’ora la gioia della Pasqua del tuo Figlio. Preghiamo.
C - Ascolta la nostra preghiera, o Padre, e irradia su di noi la luce della santa montagna, perché siamo pienamente configurati al Cristo tuo Figlio, nel quale ci hai donato la splendente immagine del tuo volto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.   T - Amen.

 

domenica 17 febbraio 2013

Unattimodipace.it: Non di solo pane vivrà l'uomo

 Il frammento del giorno


 


Non di solo pane vivrà l'uomo (Lc 4)

 

Quando svolgevo il ministero in Brasile ho conosciuto una giovane donna, povera, con un lavoro dipendente; era sempre allegra e canterellava.

Le feci avere una casa popolare da pagare con un mutuo. Dopo qualche tempo notai che era preoccupata e non cantava. Le chiesi: "Come mai non sei allegra come prima?". "Padre Antonio - mi rispose - quella casa mi dà tante preoccupazioni".

L'esperienza della vita mi ha fatto comprendere la verità delle parole di Gesù: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". "Non di solo pane" significa che il pane, i beni necessari ad un vivere dignitoso sono richiesti, e difatti nel "Padre nostro" invochiamo "Dacci oggi il nostro pane quotidiano".

Tuttavia il pane materiale non basta per saziare la nostra fame più profonda: di amore, di speranza, di fiducia, di giustizia, di pace. La tentazione e la pressione sociale spesso ci illudono. In verità, il primo pane di cui abbiamo bisogno è di accogliere Dio nel nostro cuore, il suo amore, la sua parola che è luce che illumina, risana, conforta.

Per questo Gesù, dopo aver sfamato una moltitudine, disse: "Datevi da fare non per il cibo che non dura ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà" (Gv6,27).

Rientriamo in noi stessi, chiediamo a Dio di saper vedere i nostri desideri più profondi e di accogliere il messaggio che la sua Parola ci dona per trovare la pace del cuore.

 

 

Antonio Mattiazzo

vescovo di Padova

 

giovedì 14 febbraio 2013

“Non di solo pane vivrà l’uomo"


    I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)



PRIMA LETTURA (Dt 26,4-10)
Professione di fede del popolo eletto.


Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo e disse:
«Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 90)
Rit: Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.


Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso».

SECONDA LETTURA (Rm 10,8-13)
Professione di fede di chi crede in Cristo.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 4,4)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO (Lc 4,1-13)
Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parola del Signore


PREGHIERA DEI FEDELI

C – Noi sappiamo di poterci fidare di Dio in qualsiasi momento, perché Egli soccorre coloro che invocano il suo nome. Per questo, con la fiducia di Gesù, vincitore del peccato e della morte, presentiamogli le nostre intenzioni di preghiera.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Signore Dio, nostra forza nostra speranza, ascoltaci!

  1. O Dio, conduci la tua Chiesa nel deserto perché ritrovi lo slancio e la fiducia delle origini. Attraverso il digiuno e la preghiera, con le diverse forme della solidarietà, diventi un segno vivo per gli uomini di questo tempo. Preghiamo.
  2. O Dio, ridesta la coscienza dei governanti perché scorgano i deserti della guerra, della miseria e della fame in cui vivono tanti popoli. Suscita iniziative di giustizia, per una distribuzione più equa dei doni della terra. Preghiamo.
  3. O Dio, sostieni quanti stanno attraversando il deserto della prova: chi è privo di lavoro, chi deve affrontare cure mediche lunghe ed estenuanti, chi è privo di affetto. Apri gli occhi di chi vive loro accanto e smuovi i cuori alla compassione e alla tenerezza. Preghiamo.
  4. O Dio, guida ed accompagna le nostre famiglie quando vivono il deserto dell’incomprensione, quando si lasciano vincere dall’astio e dall’orgoglio. Disponi gli animi alla misericordia, perché ci sia chi compie il primo passo verso la riconciliazione. Preghiamo.
  5. O Dio, non abbandonare coloro che ti cercano con cuore sincero, ma sperimentano il deserto dell’aridità interiore, la fatica di intendere la tua Parola. Ravviva il fuoco che brucia nell’anima di chi desidera incontrarti. Preghiamo.

C – O Dio, nostro Padre, certi che tu sei con noi e conduci i nostri passi sul sentiero che porta alla Pasqua, esaudisci le nostre suppliche e donaci la forza del tuo Spirito, perché attraversiamo i deserti della storia nella fiducia e nella speranza. Per Cristo nostro Salvatore.   T - Amen.

 


 

Pregare intensamente per il Santo Padre

Intervento dell'Arcivescovo al ritiro quaresimale del clero   versione testuale
Seminario di Castellerio, giovedì 14 febbraio 2013
 
In queste ore di ritiro spirituale e penitenziale il nostro pensiero è rivolto anche al Santo Padre, Benedetto XVI, che sta vivendo gli ultimi giorni del suo ministero di Successore di Pietro, prima di passare ad un altro Vescovo il testimone.
Nell’udienza generale di ieri ha chiesto a tutti la solidarietà della preghiera mentre sta portando a termine questa straordinaria decisione che possiamo appena intuire quanto gli possa essere costata sul piano mentale, morale e spirituale.
Preghiamo tutti per questo nostro Pastore esprimendo, così, la riconoscenza più sentita perché, negli otto anni del suo pontificato, ha speso veramente tutte le sue energie e i talenti ricevuti da Dio a favore della Chiesa di Cristo affidata alla sua guida e alla sua carità pastorale. Anche la decisione di lasciare il ministero di Successore di Pietro – decisione certamente inattesa e sorprendente – è un atto puro di amore per la Chiesa da umile e onesto operario della Vigna del Signore, come lui stesso si era definito al momento della nomina a Papa.
Preghiamo, poi, per tutta la Chiesa e per tutti i cristiani perché la coraggiosa decisione di Benedetto XVI porti una ventata di Spirito Santo che purifichi debolezze e compromessi umani e risvegli il desiderio delle santità.
Come pastori, abbiamo la responsabilità di aiutare i nostri fedeli a vivere con fede queste dimissioni del Santo Padre esposte alle più diverse interpretazioni nei mezzi di comunicazione sociale.
A questo scopo scriverò un breve messaggio da leggere nelle S. Messe di domenica 24 febbraio che precede immediatamente la conclusione del ministero petrino di Benedetto XVI. Inviterò a comprendere alla luce della fede questo momento impegnativo della vita della Chiesa, pregando per il Papa che ci lascia e per colui che Gesù, Buon Pastore sceglierà.
La sera del 28 febbraio, alle ore 19, celebrerò la S. Messa in Cattedrale invitando tutti ad unirsi in preghiera in comunione con Benedetto XVI e con tutte le Chiese cattoliche del mondo.
Lo Spirito Santo trasformi il sacrificio del Santo Padre in grazia di purificazione e di santificazione per tutti noi e per la Chiesa di Cristo.
 
Mons. Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine
 

Lettera quaresimale dell'Arcivescovo mons. Mazzocato

 
«Il valore della vostra fede si prova col fuoco» (1 Pt 1,7)
Udine, 13 febbraio 2013
 
Care sorelle e fratelli,
 
 
mentre inizia la Quaresima, ci chiediamo: come viverla in questo Anno della fede?
Trovo una risposta nelle parole dell'apostolo Pietro: "Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo" (1 Pt 1,6-7).
L'esperienza della fede in Gesù Cristo ricolma di gioia la mente e il cuore dell'uomo. Non è, però, una gioia a buon mercato perché la fede va purificata come l'oro, per risplendere in tutta la sua luce ed essere la gloria e l'onore del credente quando si troverà davanti a Gesù nell'incontro finale con lui.
 
Nella Lettera apostolica Porta fidei Benedetto XVI invita tutti i cristiani a vivere l'Anno della fede come occasione di conversione e di purificazione. Denuncia il grave pericolo che essi pensino "alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato" (n. 2). Se si adagiano in questa falsa sicurezza diventeranno "sale insipido e luce nascosta" invece di essere testimoni credibili per tante persone che sentono "di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva" (n. 3). "L'Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un'autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo" ( n.6).
 
Facendo eco alle parole del Santo Padre, nella Lettera pastorale Ho creduto, perciò ho parlato, scrivevo: "possiamo fare qualcosa per le persone che abbandonano la fede sole se, prima di tutto, ripartiamo da noi stessi, dall'umile coscienza di aver bisogno di conversione, dal desiderio di vincere la tiepidezza spirituale con un amore vero per nostro Signore Gesù" (n. 12).
 
Questa Quaresima 2013 può essere un tempo favorevole per purificare la nostra fede dalle incrostazioni dell'abitudine e della superficialità.
Nel tempo quaresimale, la Chiesa torna a proporci tre impegni precisi: la preghiera. il digiuno, l'elemosina. Se li prendiamo sul serio, essi possono essere come il fuoco del crogiuolo che purifica la nostra fede.
 
1. La preghiera
Durante la sua agonia nell'orto degli ulivi, Gesù torna per tre volte a svegliare Pietro, Giacomo e Giovanni, invitandoli: "Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mt 26,41).
Preferivano dormire piuttosto che stare vicino a Gesù, partecipando alla sua preghiera nella quale egli offriva tutto se stesso a Dio Padre, pronto a bere il calice della sua passione. Il sonno che li prendeva era segno della loro poca fede che sarebbe stata tenuta sveglia dalla preghiera.
Quante volte anche noi facciamo esperienza dello stesso sonno dei tre apostoli! Quando ci viene il pensiero di pregare, veniamo assaliti da una specie di pigrizia che ci impedisce di dedicare anche solo qualche minuto alla preghiera.
Magari ci giustifichiamo con la scusa che non abbiamo tempo. La scusa, però, non regge perché chi non può trovare in 24 ore almeno qualche minuto per il raccoglimento e la preghiera?
La verità è più seria e profonda. Quella strana svogliatezza interiore che ci impedisce di pregare è segno della nostra poca fede e della mancanza di un desiderio forte di stare alla presenza del Signore per ascoltarlo.
Per questo Gesù dice ai tre apostoli: "Vegliate e pregate .. scuotetevi dalla vostra pigrizia e state in ginocchio accanto a me partecipando alla mia preghiera".
La preghiera è esperienza impegnativa perché rinnova e purifica la fede; distacca per qualche minuto da se stessi e dal ritmo degli impegni per stare in silenzio e aprire mente e cuore al Signore.
Chi, però, ha la forza di "vegliare e pregare" trova una profonda serenità del cuore; prova quella gioia intensa che Pietro prometteva ai suoi cristiani.
 
2. Il digiuno
Nel Deuteronomio leggiamo questo lamento di Dio: "Mi resero geloso con ciò che non è Dio, mi irritarono con i loro idoli vani" (32,21).
Gli antagonisti di Dio sono gli idoli perché conquistano il cuore dell'uomo trascinandolo ad inginocchiarsi davanti a loro e non davanti all'unico vero Dio. L'idolatria distrugge la fede e rovina la dignità dell'uomo che si riduce a pregare opere delle sue mani o creature inferiori a lui.
Questa tentazione ha accompagnato gli uomini di ogni epoca ed è ancora in mezzo a noi perché il consumismo è, di fatto, una grande idolatria che promette gioia piena nel possedere e consumare.
Per liberarsi dall'idolatria c'è una sola strada: purificare il cuore dall'attrattiva insaziabile di possedere e consumare. Il digiuno è l'esercizio, anche doloroso, che stacca dalla dipendenza delle cose materiali e ridona al cuore la libertà di mettere Dio al primo posto.
Il digiuno purifica la fede perché, rinunciando a delle cose che ci attirano, creiamo nel cuore come un vuoto da riempire con la presenza di Dio cercata nella preghiera.
Si può far digiuno non solo con la gola ma anche con gli occhi staccandoli da immagini vuote, con gli orecchi trovando spazi di totale silenzio, con il corpo rinunciando a soddisfare i nostri istinti.
Proviamo, in questa Quaresima, ad impegnarci in alcune forme di digiuno da ciò che maggiormente ci attira. Riempiamo di preghiera il vuoto creato dal digiuno e purificheremo la nostra fede.
 
3. L'elemosina
Il digiuno è completo quando si trasforma in elemosina che generosamente dona ciò di cui ci siamo privati a chi ha bisogno.
Scrive il Papa: "La fede che si rende operosa per mezzo della carità" diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell'uomo" (Porta fidei, n. 6). Egli riprende l'apostolo Giacomo che afferma: "Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa ... Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza calore" (2,17-20).
Le opera di carità rivelano l'autenticità della fede e danno calore alla fede. Credere in Gesù, infatti, non significa, solo, dichiarare che Lui è vissuto, morto e risorto, ma farsi riscaldare dal suo amore che riempie il nostro cuore stretto e povero.
La fede è amore come dichiara il comandamento che riassume tutta la Legge e i Profeti: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,37-39).
Nell'elemosina generosa noi trasmettiamo una piccola goccia di quell'amore di Gesù che è entrato nel nostro cuore grazie alla fede in Lui. E quella piccola goccia donata riempie di nuova fede il nostro cuore.
Siano tanti i gesti di elemosina in questo tempo di Quaresima che ci fa vivere vicino a persone e famiglie provate dalla crisi fino al punto da faticare a trovare anche i mezzi di sussistenza.
Concludo, suggerendo una piccola preghiera che possiamo ripetere spesso e silenziosamente durante il giorno. E' l'invocazione del padre che portò il figlioletto a Gesù perché lo guarisse: "Credo, Signore; aiutami nella mia incredulità" (Mc 9,24).

giovedì 7 febbraio 2013

Ma sulla tua parola getterò le reti



 

    V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)


PRIMA LETTURA (Is 6,1-2.3-8)
Eccomi, manda me!


Dal libro del profeta Isaìa

Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria
».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)
Rit: Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.


Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

SECONDA LETTURA (1Cor 15,1-11)
Così predichiamo e così avete creduto.


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive
ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

Parola di Dio.

Canto al Vangelo (Mt 4,19)
Alleluia, alleluia.
Venite dietro a me, dice il Signore,
vi farò pescatori di uomini.
Alleluia.

VANGELO (Lc 5,1-11)
Lasciarono tutto e lo seguirono.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore

PREGHIERA DEI FEDELI

C – Fratelli e sorelle, rivolgiamo la comune preghiera a Dio, nostro Padre, perché ci renda veri discepoli e testimoni di Cristo. La nostra vita sia sempre in sintonia con ciò che le nostre labbra invocano dal Signore.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Esaudisci, Signore, la nostra preghiera!

1.       Padre santo, fonte di ogni santità, la Chiesa, operando per la giustizia e la pace, sia testimone autentica del Cristo morto e risorto e sappia rendere ancora affascinante il messaggio evangelico. Preghiamo.

2.       Anche noi, come il profeta Isaia, ci sentiamo appartenenti a un’umanità dalle labbra e dalle azioni impure. Fa’, o Signore, che in ogni parte del mondo cessino le violenze, le ingiustizie e la povertà. Preghiamo.

3.       Come Pietro e gli apostoli hanno lasciato tutto per seguirti, concedi, o Signore, a chi è chiamato a una vocazione di speciale consacrazione, di saper mettere la vita nelle tue mani piene di tenerezza e provvidenza. Preghiamo.

4.       I giovani che sperimentano la fatica del vivere e l’insuccesso, la solitudine e la lontananza da te possano incontrare fratelli con il cuore e la mente capaci di far conoscere loro il volto di Cristo, unico Salvatore dell’uomo. Preghiamo.

5.       A quanti sono lontani dalla nostra assemblea liturgica ed avvertono la grandezza del loro peccato, dona la comunione con te e con i fratelli, insieme all’umiltà di acconsentire alla tua grazia purificatrice. Preghiamo.

6.       Come la folla faceva ressa attorno a Gesù per ascoltare la sua parola, dona alla nostra Comunità parrocchiale e a ciascuno di noi di saper fare spazio alla tua Parola. Preghiamo.

C – O Dio nostro Padre, ascolta la nostra preghiera e donaci la forza del tuo Spirito perché ci sostenga nelle fatiche della nostra missione e ci renda capaci di essere, tra i fratelli, testimoni del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.   

T - Amen.