giovedì 25 ottobre 2012

Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.


Gerico - Convento del Buon Pastore
La piccola chiesa cattolica latina è dedicata a Gesù Buon Pastore: poichè, per Bartimeo e Zaccheo, Gesù fu effettivamente un vero Buon Pastore. È la chiesa parrocchiale di una piccola comunità di circa 200 cristiani arabi.
    XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)



PRIMA LETTURA (Ger 31,7-9)
Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.


Dal libro del profeta Geremìa

Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
“Il Signore ha salvato il suo popolo,
il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 125)
Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.


Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

SECONDA LETTURA (Eb 5,1-6)
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.


Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek».

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Cf 2Tm 1,10)
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.

VANGELO (Mc 10,46-52)
Rabbunì, che io veda di nuovo!

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore

 

giovedì 18 ottobre 2012

Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti



    XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)



PRIMA LETTURA (Is 53,10-11)
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza
.

Dal libro del profeta Isaìa

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.


Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA (Eb 4,14-16)
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.


Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mc 10,45)
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.

VANGELO (Mc 10,35-45)
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.


+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore.

 

PREGHIERA DEI FEDELI

C – Fratelli e sorelle, troppe persone, che hanno grandi posti di responsabilità e detengono nelle loro mani grande potere e grandi ricchezze, si lasciano guidare dalla superbia, da un’ingordigia senza limiti. Preghiamo perché giungano presto tempi nei quali il potere sia attribuito a uomini competenti ed onesti, che cerchino in tutto il bene comune. E preghiamo anche per le Comunità cristiane, perché prevalga in esse lo spirito del servizio.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Padre, sia fatta la tua volontà.

1.     Per i nostri fratelli cristiani che in questo nostro Paese e in tante parti del mondo subiscono persecuzioni a causa della loro fede e del loro impegno di discepoli di Gesù. Chiediamo a Dio più unione nella Chiesa universale a favore delle Comunità cristiane più povere e più esposte a maltrattamenti e pericoli. Preghiamo.

2.     Per la pace nel mondo e per la giustizia che ne è la condizione. Chiediamo a Dio la fine di ogni prepotenza e dominio oppressivo e il coraggio di fare la nostra parte perché si compia il suo disegno di salvezza. Preghiamo.

3.     Presentiamo a Dio il nostro desiderio di essere fedeli discepoli di Gesù, suo Figlio e nostro Maestro. Domandiamogli di sostenerci quando ci viene chiesto di seguirLo sulle strade difficili del sacrificio, perché la nostra fedèltà non venga meno. Preghiamo.

4.     Invochiamo dal Padre la serenità nei rapporti entro le nostre famiglie, l’ascolto e il rispetto reciproco. Egli ci difenda dalla tentazione di imporre i nostri gusti e le nostre preferenze agli altri. Ci faccia scoprire che le diversità, vissute nell’amore, possono farci crescere verso un’umanità più ricca e squisita. Preghiamo.

5.     Per tutti i missionari, sacerdoti, consacrati e laici. La celebrazione della giornata missionaria mondiale in questo anno della fede renda sensibili e attenti tutti i cristiani al loro grande impegno a favore dei popoli più poveri e disagiati, specialmente attraverso il sostegno spirituale e materiale nell’annuncio del Vangelo. Preghiamo.

6.     Innalziamo a Dio la nostra preghiera per la nostra Parrocchia, per gli operatori pastorali, le associazioni e per tutte le persone che hanno la responsabilità di un servizio. Sia Gesù, la sua Parola e il suo esempio, la forza che ci tiene uniti e ci sostiene anche nei momenti di tensione, incomprensione e delusione. Preghiamo.

C – Padre, fonte della comunione e della pace e unica speranza di salvezza per l’umanità lacerata e sofferente, dona anche a noi lo Spirito che ha animato il Signore Gesù, il tuo Figlio che si è fatto nostro servo e per la nostra salvezza ha donato la sua vita. Egli vive e regna accanto a te, per tutti i secoli dei secoli.   T - Amen.

 






 

venerdì 12 ottobre 2012

Pacem in Terris

LETTERA ENCICLICA
PACEM IN TERRIS
DEL SOMMO PONTEFICE
GIOVANNI PP. XXIII
AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI
PRIMATI ARCIVESCOVI VESCOVI
E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI
CHE SONO IN PACE E COMUNIONE
CON LA SEDE APOSTOLICA,
AL CLERO E AI FEDELI DI TUTTO IL MONDO
NONCHÉ A TUTTI GLI UOMINI
DI BUONA VOLONTÀ :
SULLA PACE FRA TUTTE LE GENTI
NELLA VERITÀ, NELLA GIUSTIZIA,
NELL'AMORE, NELLA LIBERTÀ [1]



INTRODUZIONE

L’ordine nell’universo

1. La Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio.

I progressi delle scienze e le invenzioni della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l’universo, regni un ordine stupendo; e attestano pure la grandezza dell’uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo servizio.

2. Ma i progressi scientifici e le invenzioni tecniche manifestano innanzitutto la grandezza infinita di Dio che ha creato l’universo e l’uomo. Ha creato l’universo, profondendo in esso tesori di sapienza e di bontà, come esclama il Salmista: "O Signore, Dio nostro, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!" (Sal 8,1). "Quanto sono grandi le opere tue, o Signore! Tu hai fatto ogni cosa con sapienza"; (Sal 104,24) e ha creato l’uomo intelligente e libero, a sua immagine e somiglianza, (Cf. Gen 1,26) costituendolo signore dell’universo: "Hai fatto l’uomo — esclama ancora il Salmista — per poco inferiore agli angeli, lo hai coronato di gloria e di onore; e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani. Hai posto tutte le cose sotto i suoi piedi" (Sal 8,5-6).
Omelia dell'Arcivescovo alla celebrazione
in Cattedrale per l'avvio dell'Anno della fede   versione testuale
Cattedrale di Udine, 11 ottobre 2012

Questa mattina Benedetto XVI ha presieduto la celebrazione di avvio dell’Anno della fede con la partecipazione dei vescovi, che partecipano al Sinodo dedicato alla nuova evangelizzazione, e di tutti i presidenti della conferenze episcopali nazionali. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato e l’unica fede che confesseremo tra poco ci fa partecipare a quella comunione attorno al Successore di Pietro, uniti a tutte le Chiese particolari che oggi avviano in preghiera l’Anno della fede.
Lo Spirito Santo doni a tutti noi la gioia di sentirci la Chiesa del Signore Gesù che, in tutte le parti del mondo in cui è diffusa, rende lode a Dio Padre per “la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX”. Con queste parole  Benedetto XVI, nella Lettera apostolica Porta fidei e citando il beato Giovanni Paolo II, definisce il Concilio Ecumenico Vaticano II. Esso veniva avviato da Giovanni XXIII proprio il giorno 11 ottobre di 50 anni fa e per ricordare una data tanto importante anche noi siamo riuniti in preghiera nella nostra Cattedrale.
Come possiamo ricordare nel modo migliore il Concilio Vaticano II?
Prima di tutto riconoscendo che è stata “la grande grazia” che Gesù Signore ha fatto alla Chiesa nel secolo scorso; una grazia che, come dice sempre il Papa, continua ad essere “la  bussola sicura per orientarci nel nostro cammino”. La bussola va sempre guardata per non perdere la strada; così i documenti del Vaticano II vanno continuamente riletti e com-presi sempre più a fondo.
Le grazie di Dio hanno la caratteristica di raggiungerci in modo imprevedibile e gratuito perché lo Spirito Santo soffia dove vuole. Nessuno – neppure Giovanni XXIII – avrebbe previsto cosa avrebbe significato il Vaticano II per la Chiesa. E’ stato un vero dono di Dio di cui ci siamo resi conto un po’ alla volta e, a 50 anni di distanza, ce ne stiamo ancora rendendo conto, anche vedendo i suoi frutti, tra i quali il Catechismo della Chiesa cattolica di cui ricordiamo i 20 anni dalla sua promulgazione.
Le grazie di Dio, poi, vanno accolte con tanto rispetto perché sono segno della sua Provvidenza che accompagna la Chiesa e vanno meditate con tanta umiltà. In questi anni, ab-biamo sentito tanti bilanci del Vaticano II che avevano, a volte, la presunzione di aver capito tutto del Concilio. Dobbiamo avere, invece, l’umiltà di riconoscere che siamo di fronte ad un evento di grazia, generato dallo Spirito Santo, che è più grande di noi e nel quale lo stesso Spirito Santo può aiutarci a penetrare un po’ alla volta.
Il primo passo per accogliere il messaggio del Concilio è tornare a leggere con attenzione i suoi documenti senza darli per scontati. Mi auguro che sia il nostro impegno durante quest’anno e che non ci accontentiamo di conferenze che sintetizzano e interpretano il contenuto dei documenti stessi.
Mentre leggiamo i grandi testi del Vaticano II, dobbiamo chiederci quale sia l’insegnamento autentico che essi ci consegnano, quale sia la loro giusta interpretazione. C’è, infatti, sempre il rischio di interpretarli secondo le idee e gli interessi che abbiamo noi in testa.
Senza voler fare un discorso esauriente sulla giusta interpretazione del Concilio – a cui spesso Benedetto XVI ha richiamato – mi permetto solo qualche sottolineatura.
L’insegnamento del Vaticano II va inserito dentro tutta la tradizione della Chiesa e dei precedenti Concili ecumenici. Ha portato certamente come una ventata di aria nuova nella Chiesa ma in continuità con il cammino che lo Spirito Santo le aveva fatto fare lungo la storia. Questa era l’intenzione di Giovanni XXIII che nel discorso di apertura affermava: “Il gesto del più recente e umile successore di San Pietro, che vi parla, di indire questa so-lennissima assise, si è proposto di affermare, ancora una volta, la continuità del Magistero ecclesiastico, per presentarlo in forma eccezionale, a tutti gli uomini del nostro tempo”.
Questa era la sfida pastorale a cui furono chiamati i padri conciliari: mostrare come il Vangelo, custodito nella Tradizione vivente della Chiesa, potesse parlare ancora agli uomini di questo tempo.
Per realizzare questa missione, i padri conciliari compresero che, prima di rivolgersi al mondo moderno, la Chiesa doveva guardare a se stessa. Per presentarsi come credibile testimone del Vangelo di Gesù doveva rinnovarsi. Una parola programmatica consegnata da Giovanni XXIII ai padri conciliari fu: “aggiornamento”. Prima di invitare gli uomini del suo tempo a ritrovare la via verso il Vangelo di Gesù, la Chiesa doveva parlare a se stessa e tornare a capire come il Signore Gesù l’avesse voluta e fondata e per quale missione l’avesse inviata nel mondo.
Per questo motivo, il tema della Chiesa divenne il tema centrale del Vaticano II che unifica tutti i documenti conciliari, a partire dalla grande Costituzione dogmatica Lumen Gentium.
La Chiesa, però, è per sua natura “Corpo di Cristo” e a lui è totalmente relativa. Per com-prendere se stessa, perciò, deve prima di tutto alzare lo sguardo verso Gesù, contemplare il suo Mistero, rinnovare la sua fede in lui.
Questo era l’orientamento che Paolo VI, succeduto a Giovanni XXIII, dava al Vaticano II nel discorso di apertura del secondo periodo: “Dobbiamo a noi stessi proclamare e al mondo che ci circonda annunciare: Cristo! Cristo, nostro principio, Cristo nostra via e nostra guida! Cristo nostra speranza e nostro termine [..]Se poniamo davanti al nostro spirito questa sovrana concezione: essere Cristo nostro Fondatore, nostro Capo [..] possiamo meglio comprendere gli scopi principali di questo Concilio: la conoscenza e la coscienza della Chiesa, la sua riforma, la ricomposizione di tutti i cristiani nell’unità, il colloquio della Chiesa col mondo contemporaneo”.
Ho brevemente richiamato alcuni punti di riferimento per comprendere l’insegnamento del Concilio Vaticano II. Con la scelta di indire un Anno della fede a ricordo del Concilio stes-so, Benedetto XVI ci invita ripercorrere questi punti di riferimento.
Ci invita a partire volgendo lo sguardo a Gesù Cristo e a rinnovare la nostra fede in lui. Di questa fede più viva tutti ci rendiamo conto di aver bisogno perché è l’anima e il fuoco che può rinnovare ancora la Chiesa, più a fondo di programmi, progetti, strutture.
Solo se i vescovi, i sacerdoti, i consacrati e i laici saranno credenti appassionati in Gesù, la nostra pastorale diventerà realmente missionaria, capace di una nuova evangelizzazio-ne; di cui sta parlando anche il Sinodo dei Vescovi da poco iniziato.
Questo è il cammino sul quale Gesù risorto ha guidato i due discepoli di Emmaus; come ho cercato di mostrare nella Lettera pastorale che ho offerto a tutti per vivere l’Anno della fede.
Lo Spirito Santo ci doni la grazia di sentir ardere anche il nostro cuore per Gesù e la sua Parola, di testimoniarci l’un l’altro il fuoco della fede e di farlo percepire a tanti fratelli e so-relle che cercano speranza.
mons. Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine

mercoledì 10 ottobre 2012

Impossibile agli uomini, ma non a Dio!


    XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)



PRIMA LETTURA (Sap 7,7-11)
Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.


Dal libro della Sapienza

Pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.


Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.

Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

SECONDA LETTURA (Eb 4,12-13)
La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.


Dalla lettera agli Ebrei

La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio
, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 5, 3)
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.

VANGELO (Mc 10,17-30)
Vendi quello che hai e seguimi
.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Parola del Signore.




 

domenica 7 ottobre 2012

Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso


  XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Cana
 

PRIMA LETTURA (Gen 2,18-24)
I due saranno un’unica carne.

Dal libro della Gènesi

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.

Parola di Dio


SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.


Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.

Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!


SECONDA LETTURA (Eb 2,9-11)
Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine. 


Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.

Parola di Dio


Canto al Vangelo (1Gv 4,12)
Alleluia, alleluia.

Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi
e l’amore di lui è perfetto in noi.
Alleluia.


VANGELO (Mc 10,2-16) 
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
 

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Parola del Signore.