Messaggio dell'Arcivescovo per il tempo dell'Avvento
Care sorelle e fratelli,
abbiamo iniziato dall’11 ottobre l’Anno della fede, in comunione con il
Santo Padre che lo ha voluto e con tanti cristiani cattolici diffusi in tutti i
continenti. Sento che in molte parrocchie e foranie sono state programmate
iniziative particolari per aiutare le persone a rivivere la gioia di aver
ricevuto il dono della fede e a riscoprire gli insegnamenti del Concilio
Vaticano II.
Con questo messaggio, che vi scrivo all’inizio del tempo dell’Avvento,
desidero incoraggiare tutti a prepararsi con fede profonda al S. Natale di
quest’anno. Le celebrazioni e gli incontri di spiritualità, che tradizionalmente
facciamo, siano preparati con particolare cura perché quanti vi partecipano
siano toccati nel cuore e, in ginocchio come i pastori e i Magi, confessino la
loro fede davanti a Gesù, l’Emanuele, il «Dio-con-noi».
«Sorella e modello nella fede»
Per vivere il cammino spirituale attraverso le settimane di Avvento fino al
Natale, la Chiesa ci affida alla guida di Maria che ci conduce con certezza ad
incontrare Gesù. Invito a rivolgere, in questo Anno della fede, lo sguardo sulla
Madre del Signore e Madre nostra perché, come ho indicato a conclusione della
mia Lettera pastorale «Ho creduto, perciò ho parlato», ella è «sorella e modello
della fede». Illuminata dalla fede, Maria è stata capace di obbedire alla
volontà misteriosa e imprevedibile di Dio e di donare tutta se stessa dal giorno
dell’annunciazione fin all’assunzione in cielo in anima e corpo, dopo la sua
morte fisica.
Nei Vangeli possiamo riconoscere i passi della fede che Maria ha compiuto.
Essi ci sono di esempio per proseguire il nostro cammino che, giorno dopo
giorno, ci porterà verso l’incontro finale con il Signore Gesù al cui fianco
troveremo Maria, come mostra l’immortale affresco del Giudizio universale di
Michelangelo. Il tempo liturgico dell’Avvento e del S. Natale propone alla
nostra meditazione alcuni dei più importanti passi della fede di Maria,
ricordati anche da Benedetto XVI ricorda nella Lettera apostolica «Porta fidei»,
con cui ha indetto l’Anno della fede (n. 13). Li richiamo con le parole stesse
del Santo Padre, aggiungendo qualche breve riflessione spirituale per
incoraggiare tutti a rivolgerci alla Vergine e Madre con l’invocazione: «O
Madre, insegna anche a noi la tua fede».
L’annunciazione
«Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo e credette all’annuncio che
sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza della sua dedizione» (Lc 1,38).
Maria ricevette la visita dell’Arcangelo Gabriele in giovanissima età, forse a
14-15 anni. La sua fede, però, era già matura. Il messaggero divino si trovò
davanti una ragazza «povera di spirito», spoglia di ogni progetto e presunzione
personale, pronta a far spazio a Dio e alla sua volontà. La fede di Maria è
ascolto della Parola del suo Signore dalla quale riceve il senso della propria
vita, la vocazione per la quale era stata creata.
La fede, per Maria, è, poi, obbedienza senza riserve e senza condizioni:
«Sono la serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola». Come il
patriarca Abramo, ella è pronta a partire per una strada sconosciuta, in
obbedienza alla promessa di Dio. La promessa che ha ricevuto da Dio ha un nome:
«Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù». Maria ormai
vivrà di fede, di fede in Gesù che seguirà fino alla croce e alla risurrezione,
Assunta con Lui in cielo.
La visita ad Elisabetta
«Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di lode all’Altissimo per le
meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui» (cfr Lc 1,46-55).
L’arcangelo Gabriele aveva indicato a Maria un segno della potenza
misericordiosa di Dio: «Elisabetta, tua cognata, nella sua vecchiaia ha
concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta
sterile. Nulla è impossibile a Dio». Spinta dalla fede, Maria parte in fretta
per andare a contemplare la salvezza di Dio che era entrata nella vita di
Elisabetta. Quando giunge, è salutata dalla cugina con uno straordinario elogio:
«Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha
detto».
Colei che crede è «beata»; conosce, cioè, la vera gioia a cui il cuore di
ogni uomo nel suo profondo aspira e che trova solo nella comunione con il suo
Dio e la sua provvidente Volontà. Il dono della fede è «beatitudine» che riempie
il cuore. La gioia di Maria si trasforma il preghiera. Davanti ad Elisabetta
intona la sua preghiera che continua a risuonare nella Chiesa: «L’anima mia
magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore». La vera fede
si esprime nella preghiera di lode e ringraziamento.
Il Natale del Signore
«Con gioia e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo
intatta la verginità» (cfr Lc 2,6-7). Come ogni mamma, anche Maria partorì con
intensa gioia il suo primogenito, Gesù. Ma a differenza di ogni mamma lo partorì
nella fede perché in quel neonato, bisognoso di lei in tutto, Maria era chiamata
a riconoscere il suo Signore, l’Inviato di Dio a salvare tutti gli uomini. La
fede le chiedeva l’umiltà di inginocchiarsi davanti al suo piccolo che con amore
accudiva.
La fede è umiltà. Maria la sperimentò quando ebbe tra le braccia il bambino
Gesù. Noi possiamo vivere la stessa fede e umiltà di Maria ogni volta che
accogliamo Gesù nell’Eucaristia. L’Eucaristia è veramente il «Mistero della
fede» a cui accostarci in ginocchio e con tutta l’umiltà di cui siamo
capaci.
La fuga in Egitto
«Confidando in Giuseppe suo sposo, portò Gesù in Egitto per salvarlo dalla
persecuzione di Erode» (cfr Mt 2,13-15). L’ombra della croce avvolse Gesù appena
nato e lo accompagnò lungo tutta la sua vita, fino alla passione e morte sul
Golgota. Nella croce del Figlio si trovò coinvolta anche Maria perché la
persecuzione contro di lui cominciò subito, con Erode che voleva ucciderlo a
tutti i costi; anche a prezzo della strage degli Innocenti.
Per seguire il destino del Figlio, Maria conobbe, assieme a Giuseppe,
l’esilio in Egitto con tutte le angosce, le insicurezze e le ristrettezze che
questo comportava. Imparò che la fede è croce perché porta a seguire Gesù che
invitò i suoi discepoli a seguirlo lasciando tutto e prendendo la propria
croce.
Con Maria verso Gesù
Questi brevi cenni sulla fede di Maria, che vi consegno commentando le
parole del Papa, ci mostrano che Ella è veramente «sorella e modello nella
fede».
La devozione a Maria continua ad essere molto viva nel nostro popolo
friulano. Lo testimoniano la frequenza ai santuari mariani della diocesi e i
tanti pellegrinaggi nei luoghi in cui ella ha manifestato e manifesta in forma
straordinaria la sua materna presenza.
È una devozione popolare che tocca il cuore di persone e famiglie, che
attira a Maria cristiani che praticano regolarmente e altri che si sono
allontanati dalla fede e da una condotta di vita coerente con il Vangelo. Spesso
ricevo testimonianza di persone che in pellegrinaggio in un santuario mariano si
sono convertite, hanno ritrovato la preghiera, sono tornate a confessare i loro
peccati e a riconciliarsi con Gesù nel sacramento della confessione, hanno
scoperto la gioia di partecipare alla S. Messa. Maria, con dolcezza materna,
continua a condurre i cuori a Gesù. Come ai pastori e ai magi, lo offre a quanti
si inginocchiano davanti a lei e al suo e nostro Signore.
Guardiamo a lei in questo tempo dell’Avvento e del S. Natale e preghiamola:
«O Maria, insegna anche a noi la tua fede».
+ Andrea Bruno Mazzocato
Udine, 2 dicembre 2012
Prima domenica di Avvento
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