domenica 30 giugno 2013

Daniele Morettin Diacono

Omelia dell’arcivescovo ORDINAZIONE DIACONALE di Daniele Morettin
(Cattedrale, 29 giugno 2013)

Il nostro giovane fratello Daniele Morettin è stato presentato dal Rettore del seminario perché sia ordinato diacono. Lo accolgo a nome di tutta la Chiesa di Udine e, tra poco, con l’imposizione delle mani sul suo capo e la preghiera di ordinazione, invocherò su di lui da Dio Padre per mezzo di Gesù nostro Signore una particolare effusione dello Spirito Santo. Per l’eternità sarà totalmente consacrato a Dio per il bene della Chiesa. Non avrà altro scopo la sua esistenza, che ha ricevuto da Dio e dai suoi genitori e che fin dall’inizio è stata unita a Cristo nel legame indissolubile del battesimo.
Nella preghiera di ordinazione chiederò per Daniele questa grazia: “Sia pieno di ogni virtù, sincero nella carità, premuroso verso i poveri e i deboli, umile nel servizio, retto e puro di cuore, vigilante e fedele nello spirito. L’esempio della sua vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel tuo popolo. Sostenuto dalla coscienza del bene compiuto, forte e perseverante nella fede, sia immagine del Figlio tuo, che non è venuto per essere servito ma per servire, e giunga con lui alla gloria del tuo Regno”.
E’ un programma di vita molto grande e, contemporaneamente, molto impegnativo. Ma non può essere di meno perché altrettanto grande è il ministero per il quale oggi Daniele viene ordinato diacono.
Essere diacono, infatti, significa prima di tutto essere immagine di Gesù, il Figlio di Dio, che non è venuto per essere servito ma per servire. Ogni cristiano è chiamato ad imitare il Signore Gesù facendosi servo dei fratelli. Nella Chiesa, però, ci sono alcuni battezzati che vengono consacrati per essere pubblicamente un’immagine vivente di Gesù servo che è il primo di tutti quando, come l’ultimo dei servi, si inginocchia e lava i piedi sporchi dei suoi apostoli. Questi sono i diaconi a cui – come dirò sempre nella preghiera di ordinazione – affidiamo il servizio della carità, come fecero gli apostoli quando consacrarono i primi sette diaconi nella Chiesa di Gerusalemme.
Il diacono rende presente nella Chiesa Gesù servo condividendo la sua predilezione per coloro che si trovano ad essere i poveri e gli ultimi della società a causa delle loro debolezze economiche, di salute, di capacità personali.
Ci sono, però, anche i poveri nell’anima perché non sono sostenuti dalla fede e dalla speranza in Dio Padre e in Gesù. Anch’essi hanno bisogno di essere soccorsi nella loro povertà spirituale. Per questo al diacono viene consegnato il libro dei Vangeli perché nei sia l’annunziatore davanti ai fratelli. Per conoscere, infatti, Gesù e scoprire la gioia della fede in lui è necessario che ci sia qualcuno che annuncia il Vangelo; e che lo annuncia veramente come “Vangelo”, cioè, come la bella notizia che ha conquistato già il suo cuore.
Parlando di poveri dobbiamo riconoscere che nessuno può sentirsi fuori. Tutta la Chiesa ha le sue povertà che sono il risultato delle debolezze di tutti noi, sue membra. La Chiesa, perciò, ha sempre bisogno della grazia dello Spirito Santo per rinnovarsi profondamente e continuare la sua missione. E la grazia di Dio si ottiene solo invocandola umilmente nella preghiera. Per questo al diacono è consegnato il libro della Liturgia delle Ore perché ogni giorno, fedelmente, si unisca a Gesù, che sempre intercede per noi presso il Padre a favore della sua Sposa che è la Chiesa. Il diacono è chiamato a condividere l’amore senza misura di Gesù risorto per la sua Chiesa e, animato da questo amore, a pregare ogni giorno per lei in comunione con tutti i fratelli che pregano in questa vita terrena e nella Comunione dei Santi.
Ho voluto ricordare, in poche parole, la grandezza del ministero del diacono a cui tra poco sarà consacrato anche Daniele Morettin. Per viverlo in modo fedele, egli è chiamato ad una seria coerenza di vita; è chiamato a far proprie quelle virtù che ho ricordato: perseveranza nella fede, carità sincera, premura per i poveri, castità di cuore, vigilanza. La castità del cuore avrà una particolare consacrazione nella promessa di celibato che Daniele farà pubblicamente.
Possiamo dire che è bello spendere in questo modo la propria vita e Daniele lo farà perché a questa vocazione si è sentito chiamato dal Signore e ha risposto con una generosità che è cresciuta negli anni.
Mentre partecipiamo ai riti e alle preghiere di ordinazione preghiamo anche personalmente per questo giovane chiamato al diaconato e, in prospettiva, al presbiterato.
Preghiamo, in particolare, perché mantenga sempre un cuore grande che non si ripieghi mai sulle prospettive piccole e banali ma abbia il respiro del Cuore stesso di Gesù.
Preghiamo, anche, con tanta fiducia perché Gesù, Buon Pastore, tocchi i cuori di altri ragazzi e giovani attirandoli verso lo stesso ministero che Daniele sta abbracciandOmelia dell’arcivescovo ORDINAZIONE DIACONALE di Daniele Morettin
(Cattedrale, 29 giugno 2013)


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