Omelia dell’arcivescovo ORDINAZIONE DIACONALE di Daniele Morettin
(Cattedrale, 29 giugno 2013)
Il nostro giovane fratello
Daniele Morettin è stato presentato dal Rettore del seminario perché sia
ordinato diacono. Lo accolgo a nome di tutta la Chiesa di Udine e, tra poco,
con l’imposizione delle mani sul suo capo e la preghiera di ordinazione,
invocherò su di lui da Dio Padre per mezzo di Gesù nostro Signore una
particolare effusione dello Spirito Santo. Per l’eternità sarà totalmente
consacrato a Dio per il bene della Chiesa. Non avrà altro scopo la sua
esistenza, che ha ricevuto da Dio e dai suoi genitori e che fin dall’inizio è
stata unita a Cristo nel legame indissolubile del battesimo.
Nella preghiera di ordinazione
chiederò per Daniele questa grazia: “Sia pieno di ogni virtù, sincero nella
carità, premuroso verso i poveri e i deboli, umile nel servizio, retto e puro
di cuore, vigilante e fedele nello spirito. L’esempio della sua vita, generosa
e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel tuo
popolo. Sostenuto dalla coscienza del bene compiuto, forte e perseverante nella
fede, sia immagine del Figlio tuo, che non è venuto per essere servito ma per
servire, e giunga con lui alla gloria del tuo Regno”.
E’ un programma di vita molto
grande e, contemporaneamente, molto impegnativo. Ma non può essere di meno
perché altrettanto grande è il ministero per il quale oggi Daniele viene
ordinato diacono.
Essere diacono, infatti,
significa prima di tutto essere immagine di Gesù, il Figlio di Dio, che non è
venuto per essere servito ma per servire. Ogni cristiano è chiamato ad imitare
il Signore Gesù facendosi servo dei fratelli. Nella Chiesa, però, ci sono
alcuni battezzati che vengono consacrati per essere pubblicamente un’immagine
vivente di Gesù servo che è il primo di tutti quando, come l’ultimo dei servi,
si inginocchia e lava i piedi sporchi dei suoi apostoli. Questi sono i diaconi
a cui – come dirò sempre nella preghiera di ordinazione – affidiamo il servizio
della carità, come fecero gli apostoli quando consacrarono i primi sette
diaconi nella Chiesa di Gerusalemme.
Il diacono rende presente
nella Chiesa Gesù servo condividendo la sua predilezione per coloro che si
trovano ad essere i poveri e gli ultimi della società a causa delle loro debolezze
economiche, di salute, di capacità personali.
Ci sono, però, anche i poveri
nell’anima perché non sono sostenuti dalla fede e dalla speranza in Dio Padre e
in Gesù. Anch’essi hanno bisogno di essere soccorsi nella loro povertà
spirituale. Per questo al diacono viene consegnato il libro dei Vangeli perché
nei sia l’annunziatore davanti ai fratelli. Per conoscere, infatti, Gesù e
scoprire la gioia della fede in lui è necessario che ci sia qualcuno che
annuncia il Vangelo; e che lo annuncia veramente come “Vangelo”, cioè, come la
bella notizia che ha conquistato già il suo cuore.
Parlando di poveri dobbiamo
riconoscere che nessuno può sentirsi fuori. Tutta la Chiesa ha le sue povertà
che sono il risultato delle debolezze di tutti noi, sue membra. La Chiesa,
perciò, ha sempre bisogno della grazia dello Spirito Santo per rinnovarsi
profondamente e continuare la sua missione. E la grazia di Dio si ottiene solo
invocandola umilmente nella preghiera. Per questo al diacono è consegnato il
libro della Liturgia delle Ore perché ogni giorno, fedelmente, si unisca a
Gesù, che sempre intercede per noi presso il Padre a favore della sua Sposa che
è la Chiesa. Il diacono è chiamato a condividere l’amore senza misura di Gesù
risorto per la sua Chiesa e, animato da questo amore, a pregare ogni giorno per
lei in comunione con tutti i fratelli che pregano in questa vita terrena e
nella Comunione dei Santi.
Ho voluto ricordare, in poche
parole, la grandezza del ministero del diacono a cui tra poco sarà consacrato
anche Daniele Morettin. Per viverlo in modo fedele, egli è chiamato ad una
seria coerenza di vita; è chiamato a far proprie quelle virtù che ho ricordato:
perseveranza nella fede, carità sincera, premura per i poveri, castità di
cuore, vigilanza. La castità del cuore avrà una particolare consacrazione nella
promessa di celibato che Daniele farà pubblicamente.
Possiamo dire che è bello
spendere in questo modo la propria vita e Daniele lo farà perché a questa
vocazione si è sentito chiamato dal Signore e ha risposto con una generosità
che è cresciuta negli anni.
Mentre partecipiamo ai riti e
alle preghiere di ordinazione preghiamo anche personalmente per questo giovane
chiamato al diaconato e, in prospettiva, al presbiterato.
Preghiamo, in particolare,
perché mantenga sempre un cuore grande che non si ripieghi mai sulle
prospettive piccole e banali ma abbia il respiro del Cuore stesso di Gesù.
Preghiamo, anche, con tanta
fiducia perché Gesù, Buon Pastore, tocchi i cuori di altri ragazzi e giovani
attirandoli verso lo stesso ministero che Daniele sta abbracciandOmelia dell’arcivescovo ORDINAZIONE DIACONALE di Daniele Morettin
(Cattedrale, 29 giugno 2013)