Ultima omelia di mons. Alfredo Battisti
Preparati con un respiro profondo e con un
istante di silenzio. Fatto? Ecco, ora sei pronto a proseguire la
lettura; questo articolo propone infatti il breve testo integrale
dell'ultima omelia celebrata da mons. Battisti, a Tricesimo, nel giorno
di Natale del 2011 (sei giorni prima di lasciarci). Parole bellissime,
parole di ferro, parole di un uomo che ha dato tutto sé stesso a Dio. E a
noi.
Il Vangelo ci presenta il Prologo di Giovanni: "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio" e poi conclude: "Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi".
Si direbbe che il Figlio di Dio non era abbastanza felice di vivere da Dio. Ha sentito la seduzione di farsi uomo, da venire a vivere da uomo come noi! Allora capisco la nostalgia di grandezza che prova l'uomo, ogni uomo. Dio ci ha fatti grandi!
Il Concilio nella "Gaudium et Spes" al numero 22 così afferma: "Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito, in qualche modo, ad ogni uomo: ha lavorato con mani di uomo, ha pensato con mente di uomo, ha agito con volontà di uomo, ha amato con cuore d'uomo".
Ci sono nell'uomo debolezze e miserie, ma vengono travolte dalla grandezza che ha voluto concepire su di noi Dio quando ha deciso di farsi uomo come noi. "Dio si è fatto come noi per farci come Lui". È venuto Cristo ad insegnarci la maniera giusta di diventare grandi secondo Dio. A metterci in gara con Dio, ad imparare a pensare come Dio, a servire come Dio, ad amare come Dio.
S. Massimo il Confessore affermava: "Dio e uomo si sono fatti modello a vicenda. Dio si fa modello dell'uomo, l'uomo si fa modello di Dio". Il Beato Papa Giovanni Paolo II, nell'enciclica Redemptor Hominis, ha scritto che ognuno di noi è stato pensato, voluto, amato da Dio da tutta l'eternità come uno e irripetibile e chiamato all'esistenza fin da quando comincia a pulsare sotto il cuore della madre.
È l'uomo il dramma di Dio. Sua passione e suo dramma! È un Dio che non può perdere un solo uomo: che impazzisce all'idea che uno solo di noi si perda! Per cui è disposto a tutto; anche a perdere se stesso sulla Croce. Nessuna religione al mondo ha un Dio così follemente innamorato dell'uomo come il nostro Dio.
Perché tanti si sono allontanati da Dio? Hanno incontrato un Dio sbagliato! Guai a sbagliare Dio! È il più grande disastro che possa capitare. Riusciremo noi a penetrare nel cuore di un simile Dio? A capire come e quanto Dio ci ama? Quale stima ha Dio ciascuno di noi? Anche di chi si è smarrito?
Fratello, sorella, ti auguro in questo Natale che tu possa scoprire cosa pensa Dio di te: che tu sei il bene di Dio, che tu conti per Dio. Che se tu ti allontani, Dio perde la pace. E, se tu torni, Dio fa festa, mette in subbuglio il cielo. Tu hai la capacità di far felice o infelice Dio.
È questo il Dio in cui credo. Felice di non credere in nessun altro Dio.
Il Vangelo ci presenta il Prologo di Giovanni: "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio" e poi conclude: "Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi".
Si direbbe che il Figlio di Dio non era abbastanza felice di vivere da Dio. Ha sentito la seduzione di farsi uomo, da venire a vivere da uomo come noi! Allora capisco la nostalgia di grandezza che prova l'uomo, ogni uomo. Dio ci ha fatti grandi!
Il Concilio nella "Gaudium et Spes" al numero 22 così afferma: "Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito, in qualche modo, ad ogni uomo: ha lavorato con mani di uomo, ha pensato con mente di uomo, ha agito con volontà di uomo, ha amato con cuore d'uomo".
Ci sono nell'uomo debolezze e miserie, ma vengono travolte dalla grandezza che ha voluto concepire su di noi Dio quando ha deciso di farsi uomo come noi. "Dio si è fatto come noi per farci come Lui". È venuto Cristo ad insegnarci la maniera giusta di diventare grandi secondo Dio. A metterci in gara con Dio, ad imparare a pensare come Dio, a servire come Dio, ad amare come Dio.
S. Massimo il Confessore affermava: "Dio e uomo si sono fatti modello a vicenda. Dio si fa modello dell'uomo, l'uomo si fa modello di Dio". Il Beato Papa Giovanni Paolo II, nell'enciclica Redemptor Hominis, ha scritto che ognuno di noi è stato pensato, voluto, amato da Dio da tutta l'eternità come uno e irripetibile e chiamato all'esistenza fin da quando comincia a pulsare sotto il cuore della madre.
È l'uomo il dramma di Dio. Sua passione e suo dramma! È un Dio che non può perdere un solo uomo: che impazzisce all'idea che uno solo di noi si perda! Per cui è disposto a tutto; anche a perdere se stesso sulla Croce. Nessuna religione al mondo ha un Dio così follemente innamorato dell'uomo come il nostro Dio.
Perché tanti si sono allontanati da Dio? Hanno incontrato un Dio sbagliato! Guai a sbagliare Dio! È il più grande disastro che possa capitare. Riusciremo noi a penetrare nel cuore di un simile Dio? A capire come e quanto Dio ci ama? Quale stima ha Dio ciascuno di noi? Anche di chi si è smarrito?
Fratello, sorella, ti auguro in questo Natale che tu possa scoprire cosa pensa Dio di te: che tu sei il bene di Dio, che tu conti per Dio. Che se tu ti allontani, Dio perde la pace. E, se tu torni, Dio fa festa, mette in subbuglio il cielo. Tu hai la capacità di far felice o infelice Dio.
È questo il Dio in cui credo. Felice di non credere in nessun altro Dio.
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